Antica tecnica cinese e giapponese che utilizza il calore prodotto in diverse forme, conetti o sigari di artemisia (pianta officinale), sui punti di agopuntura come ausilio nelle differenti disarmonie psico- fisiche.
Il nome deriva dal giapponese moe kusa ovvero erba che brucia. Esistono dei punti che secondo i classici sono proibiti e non si possono moxare; altri punti come quelli diagnostici presenti sul dorso che secondo i classici non si dovrebbero pungere ma solo stimolare con la moxa. Interessante è l’utilizzo della moxa sul punto BL 67 per malposizioni fetali. La moxa ha effetti tonificanti ed è anche particolarmente utile nei bambini.